La formazione aziendale sta subendo da tempo una preziosa ed inevitabile rivoluzione. Il segreto per "un' aula" efficace può essere quello di riservare la stessa cura che si ha per il cliente finale.
Quando capita di confrontarmi con chi si occupa di marketing e comunicazione avverto spesso un grandissimo entusiasmo che fa produrre delle genialate. Si sfoga la fantasia, ci si immerge in un contesto estremamente appassionante e l’empatia condisce il tutto. Abbiamo esempi virtuosi di campagne di comunicazione che hanno rafforzato l’identità del brand: da Taffo irriverente e mai banale a Guinness e Ikea che invitano a disintossicarsi dai social in maniera intelligente.
Tutto ciò parte da una sana e profonda convinzione:
Vuoi conquistare? Devi sorprendere e coinvolgere.
Ho maturato la convinzione che tale presupposto debba essere la guida anche per chi fa formazione aziendale ma vale un po' nella didattica in generale. Questo principio dell’andare oltre deve differenziare chi gestisce una sessione o un percorso formativo. In ambito istruttivo esistono aziende e professionisti che si lasciano sapientemente condurre da questa convinzione.
L’ esperienza diretta ma non solo, fa constatare che una certa utenza legge la formazione come un evento non sempre stimato tale da assumerne il carattere esclusivo dell'obbligatorietà.
E ciò vale a più livelli aziendali.
Le cause sono diverse: precedenti non edificanti, resistenze di alcuni vertici o un’anteprima non di particolare spessore. Non è una critica a una parte del sistema formativo ancora in vigore ma ciò che scrivo parte da un’osservazione diretta e intenzionalmente obiettiva. Provo a dare qualche piccolo esempio con intenti propositivi per chi fa della propria attività una delle più belle missioni professionali.
Spesso si pensa che siano necessari grandi accorgimenti ma in realtà può essere sufficiente rivestire di nuovo alcune abitudini per garantire un coinvolgimento produttivo.
A volte l'utenza parte già prevenuta con l'idea che ciò a cui assisterà saprà già di ripetitivo, di staccato dalla realtà che vive a lavoro e si tradurrà con una snervante perdita di tempo. Essendo ogni azione volta alla produttività, su certi aspetti non si può rimanere leggeri. Ne parlo sia da fruitore, sia da organizzatore di formazione. Seppur ogni elemento deve essere tarato sulla tipologia dei destinatari, ecco 3 esempi che potrebbero forse predisporre meglio l'apprendimento:
Aula. Spesso l'idea dell'aula in sé si porta molti pregiudizi. Viene in mente il tavolo da conferenza della sala riunione, la sempre stabile lavagna porta blocco, l'irremovibile posizione della bottiglia d'acqua e la fremente attesa della pausa pranzo. Al di là della facile ironia, per sorprendere non si può non considerare il primo elemento fisico che si incontra. Un'aula può essere una tenda nel bosco, il tavolo si può anche solo immaginare, la sedia può costruirsela ognuno in 10 minuti di tempo o prima di poter bere la prima volta si deve inventare uno scheck a tema condiviso. Si rende così più personale uno spazio in cui si dovranno fare due cose non semplicissime: imparare e interiorizzare.
Giro di tavolo di presentazione. Per molti è occasione di panico, altri non vedono l'ora di raccontare a tutti cosa hanno ottenuto nella loro vita professionale, altri sperano di non essere i primi o gli ultimi. E se il giro di tavolo partisse con un commento di uno o due brani musicali che ognuno ha ascoltato intimamente in cuffia? Tre parole che descrivono le emozioni provate, regalano una forma di presentazione emotiva che lascia più il segno.
Obiettivi e contenuti. Il classico blocco con la penna sempre essenziale, potrebbe schematizzare troppo l'apprendimento. Probabilmente non predispone a nulla di nuovo nella forma di apprendimento. Chiudere la sessione di formazione con un brano musicale costruito ad hoc con le parole chiave di quanto trasmesso, forse farà riflettere di più e se il brano è orecchiabile, anche a più lungo termine.
Solo tre semplici esempi di quanto sia importante e produttivo agire emotivamente con la formazione.
Fortunatamente le aziende più lungimiranti hanno capito uno dei più grandi segreti per trattenere le risorse umane e aumentarne la produttività: quando è il momento di chiedere un nuovo approccio sia nuovo anche il canale con cui lo si vuole trasferire. Insomma, abituiamoci a sconvolgere.
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